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1.2.2. LA PRESENZA DELL'ACQUA NEL PRESENTE
di Gianni Viola

Oltre a tutta la serie di riferimenti alla presenza di acqua nel passato e secondo un comunicato proveniente dall'attività della missione Mars Pathfinder, "gli esperti non sono sicuri che l'acqua su Marte si sia esaurita del tutto. Alcuni indizi farebbero pensare il contrario (...) E non è escluso che anche oggi ce ne sia in abbondanza, forse più che sulla Terra" ("La Sicilia", Catania, 8 luglio 1997).
Secondo il geologo Ronald Greeley, dell'Università dell'Arizona, dall'esame delle immagini si vedrebbero "lontani segni d'acqua sulle cime delle colline battezzate Twin Peaks", oltre a "bande orizzontali visibili su un altro rilievo che potrebbero essere spiegate come terrazze scavate da acqua in movimento". Si ipotizza in particolare che "l'acqua potrebbe trovarsi nel sottosuolo dove potrebbe essersi rappresa come ghiaccio" ("La Sicilia", Catania, 8 Luglio 1997).
Il dr. Young Park dice che "l'acqua è la chiave per qualsiasi forma di vita, noi crediamo che vi sia dell'acqua gelata sotto la superficie di Marte..." ("Mixer", RAI3, Giugno 1997).
I tecnici responsabili dell'Hubble Space Telescope affermano che "la presenza di acqua su Marte potrebbe indicare che sul pianeta vi sono condizioni climatiche favorevoli a forme di vita come quelle terrestri". (Comunicato Televideo-RAI 19 maggio 1999).
La missione Mars Global Surveyor, a quanto ci informa un comunicato di Televideo-RAI (28 maggio 1998) "ha scoperto una nuova serie di elementi di natura geologica e topografica che spingono gli scienziati NASA a rafforzarsi nella convinzione che grandi quantità di acqua siano esistite sul pianeta Marte e che questo abbia reso possibile l'esistenza della vita".
Questa missione ci ha fornito delle notizie straordinarie, rilevando le tracce di "acqua allo stato liquido" sul fondo di alcuni "canyon" posti nella parte centrale della "Valles Marineris". La notizia (riportata dai quotidiani del 22 giugno 2000) riferisce di "materiale stagnante e di fessure, da cui filtra acqua salmastra". In pratica su 65 mila immagini provenienti dalla MGS, in 250 casi sono presenti "sorgenti" di acqua liquida che si aprono sempre lungo pareti molto scoscese e friabili, ad una profondità massima di 200-500 metri. In relazione alle varie strutture topografiche di Marte, queste sorgenti sono presenti per metà dei casi nei bordi interni di crateri da impatto (ad esempio Newton, Hale, Maunder e Babe), per poco meno di un terzo nell'ambito dei terreni caotici, per un quinto all'interno delle valli (dunque dei "fiumi"). Oltre il 90 per cento delle strutture acquifere rilevate si trova nell'emisfero meridionale, a latitudini mai inferiori a 30°.
Fra i molti esempi di sorgenti marziane citiamo quelle osservate all'interno del Nirgal Vallis, un antico fiume lungo 511 km (posto a Sud della Valles Marineris) dove sono stati contati ben 14 canali d'acqua. Si tratta di sottili canali che partono alla stessa altezza e terminano con depositi che si aprono a ventaglio. Finora essi rappresentano i depositi di acqua più vicini all'equatore.
Il Dao Vallis, un fiume di 667 km, è tributario del grande mare interno Hellas (circa 2 milioni di km2). Le sorgenti d'acqua osservate in relazione al Dao Vallis sono state registrate nel tratto di fiume posto sulle pendici dell'Hadriaca Patera, uno dei pochi rari vulcani dell'emisfero meridionale di Marte e si tratta dell'unico finora osservato fenomeno idrologico posto in relazione con un qualche tipo di attività vulcanica.
Sorgenti d'acqua sono state osservate accanto alla depressione Cavi Novi (70° S - 355.7° W) e rappresenta la zone di rilevazione più meridionale, posta entro il circolo polare sud di Marte, nella regione di Promethei Terra; all'interno dell'immenso cratere Newton (287 km di diametro) nella regione di Terra Sirenum, poste a 41.9° S e 159.8° W sono stati osservati fenomeni idrologici molto recenti. Come viene riferito in un servizio giornalistico molto dettagliato (Vincenzo Orofino, opera citata) si tratta di "una miriade di canali di deflusso: l'acqua che li ha prodotti ha dilavato la polvere superficiale, rendendo visibile il terreno scuro sottostante. Questo fatto, caratteristico di gran parte delle sorgenti marziane, è molto importante. Dimostra che il terreno è stato modificato molto di recente: è noto infatti che bastano pochi mesi perché la polvere marziana si ridepositi su una superficie scoperta."
Altre sorgenti idrologiche sono state osservate nelle regioni di Gorgonum Chaos, Noachis Terra e del Polo Nord.
In occasione del ritrovamento dell'acqua liquida sul pianeta Rosso, Ed Weiler della Nasa, afferma che "Tra tutti i pianeti dell'universo, Marte è il primo in cui gli scienziati pensano di trovare la vita. Tutto ciò ha profonde implicazioni sulla domanda fondamentale: Siamo soli?"
La sonda Mars Odissey ha infine tentato di quantificare l'acqua presente attualmente su Marte. Essa ha riscontrato l'acqua nascosta sotto la superficie riconoscendola dal suo alto contenuto di idrogeno. Le osservazioni sono state effettuate con uno spettrometro a neutroni, uno strumento realizzato dai laboratori di Los Alamos. Osservando i neutroni provenienti dalla superficie, l'apparecchio è in grado di rilevare la presenza d'alcuni elementi, tra i quali, appunto, l'idrogeno.
La conclusione (resa nota il 28 maggio 2002) è che su Marte c'è tanta, tantissima acqua, forse a un metro sotto la crosta marziana, secondo le dichiarazioni di William Boynton, dell'Università d'Arizona a Tucson. Si tratta ovviamente di immense riserve di ghiaccio in una tale quantità che se fosse sciolto potrebbe coprire tutto il Pianeta con un oceano profondo 500 metri, mentre se la stessa quantità di acqua potesse coprire solo le zone un tempo verosimilmente occupate dall'Oceano Borealis (oltre ai due bacini interni di Hellas ed Argyre), il livello probabile medio sarebbe di oltre 1.500 metri.
Così secondo il capo del Laboratorio di Esplorazione Spaziale russa, Igor Mitrofanov (accademia delle Scienze), organismi unicellari potrebbero essere esistiti in un lontano passato su Marte. Quest'ipotesi dimostrerebbe indirettamente l'ipotesi che "la vita sulla Terra venne portata dallo spazio esterno". Non avendo coscienza dell'enormità dell'affermazione prodotta, il professore aggiunge che "Il prossimo anno potrebbe portare rivelazioni sensazionali". Manco a dirlo noi non staremo, e non siamo stati, ad attendere gli "oracoli" per conoscere ciò che c'era da conoscere e non si sa se basta avere pietà per tali soggetti o anche pena...
E tuttavia almeno "una cosa giusta" il professore Mitrofanov, l'ha detta. Secondo studi che lo stesso ha condotto in accordo e in collaborazione con alcuni colleghi statunitensi "circa il 50% della superficie di Marte è ricoperta alle alte longitudini (cioè vicino ai poli) da acqua congelata. Questa è un'altra prova che la vita esisteva lì in un certo momento". Il ghiaccio, aggiunge lo scienziato, indica che Marte aveva anticamente un clima caldo e umido e adatto agli organismi viventi. Marte e la Terra erano simili in tempi lontani, ma Marte perse la sua atmosfera in una catastrofe cosmica. Quindi le condizioni iniziali della vita erano le stesse su Marte e sulla la Terra". (Fonte: "ilnuovo.it", 18 Gennaio 2001).
Nel dicembre 2006 giunge la notizia che la NASA ha avuto la conferma delle ipotesi inizialmente formulate riguardo la presenza di acqua liquida sul pianeta Marte. Ecco il pezzo pubblicato su internet dal sito "Quotidiano.Net".
La prova dell'esistenza di acqua su Marte è stata confermata anche dalla sonda "Mars Odyssey" attraverso il rilevamento dell'acqua nascosta sotto la superficie riconoscendola dal suo alto contenuto di idrogeno. Le osservazioni sono state effettuate con uno spettrometro a neutroni, uno strumento realizzato dai laboratori di Los Alamos. Osservando i neutroni provenienti dalla superficie, l'apparecchio è in grado di rilevare la presenza di alcuni elementi, tra i quali, appunto, l'idrogeno.
La conclusione (resa nota il 28 maggio 2002) è che su Marte c'è tanta, tantissima acqua, forse ad un metro sotto la crosta marziana, secondo le dichiarazioni di William Boynton, dell'Università di Arizona a Tucson. Si tratta ovviamente di immense riserve di ghiaccio in una tale quantità che se fosse sciolto potrebbe coprire tutto il Pianeta con un oceano profondo 500 metri, mentre se la stessa quantità di acqua potesse coprire solo le zone un tempo verosimilmente occupate dall'oceano Borealis (oltre ai due bacini interni di Hellas ed Argyre), il livello probabile medio sarebbe di oltre 1.500 metri. Secondo altre fonti ("Archives des brèves martiennes - Année 2001" - Sito internet: "Nirgal") la massa d'acqua attualmente presente su Marte potrebbe coprire il pianeta per un'altezza di 1,25 km, in questo caso, tenendo in considerazione le zone un tempo occupate dall'Oceano Borealis, l'altezza del mare giungerebbe ad oltre 3 km.
Proprio di recente ("Mars Express" - comunicato del 3 febbraio 2004) è stata confermata la presenza di ghiaccio al Polo Sud di Marte, rilevata dallo spettrometro di fabbricazione francese Omega-Vnir, alla cui progettazione hanno contribuito anche ricercatori italiani dell'Istituto nazionale di astrofisica (Inaf) di Roma.

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