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1.2.5.6. GEOGRAFIA DELLE SEDI UMANE
di Gianni Viola

L'espressione più appariscente e tangibile della presenza dell'"uomo" nel "paesaggio" è rappresentata dalle "sedi" e dalle "vie di comunicazione".
Una branca della geografia antropica è la "geografia delle sedi umane", che comprende ovviamente anche lo studio delle vie di comunicazione la quale, oltre agli insediamenti stessi, ha come oggetto di studio le regioni in cui questi si trovano.
La via sistematica dello studio degli insediamenti muove da un inventario degli insediamenti stessi basato su una carta dello spazio abitato, che è una carta ad un tempo topografica e statistica.
Bisogna dunque partire dalla considerazione che ogni comunità si trova inserita nello spazio ed è condizionata dallo spazio. Il riconoscimento di questo vincolo e di quest'interdipendenza, rendono possibile il processo verso la ricerca antropogeografica.
La prima constatazione è che (sulla Terra) gli uomini non si sono mai conformati ai soli imperativi della natura, mentre hanno subito l'influsso di parecchi fattori d'ordine economico e sociale, in merito ai quali, ovviamente (con riferimento a Marte) noi non possediamo dati d'alcun genere e di conseguenza non possiamo tentare alcun tipo di speculazione, benché appaia possibile immaginare che sul Pianeta Rosso abbiano potuto funzionare i medesimi meccanismi sociali presenti sulla Terra.
I cosiddetti fattori geografici, che in diversa misura, di norma, influiscono sulla distribuzione e sull'attività degli uomini, comprendono due categorie ben distinte: i fattori fisici e i fattori umani, e, anche in questo caso, la mancanza di elementi riguardo la storia di Marte, c'impone di prendere in considerazione solo uno dei due fattori, cioè quello fisico, non avendo cognizione alcuna di quello umano.
A quanto c'è dato osservare, i "paesaggi marziani" risultano, in parte, paesaggi umanizzati, cioè paesaggi prodotti dall'opera di tante generazioni, dunque sono creazioni storiche.
I principali elementi culturali di questi paesaggi sono gli insediamenti, ed è proprio in conformità a questi ultimi, che è possibile distinguere le due classi principali di paesaggio, quello "naturale" e, per esclusione, quello "culturale".
Il "paesaggio naturale" è la risultante di forze fisiche e di processi biologici ed è trasformato dall'uomo in spazio vitale: l'uomo quindi, perché essere sociale appartenente ad un gruppo, crea il "paesaggio culturale".
Il paesaggio naturale presenta sulla Terra: steppe, savane, foreste, tundre, ecc.; su Marte, tenendo conto della circostanza che vede questo pianeta, al momento, privo di estesa vegetazione (sebbene in alcune zone vicine al Polo Sud siano state riprese immagini con evidente vegetazione) e, se escludiamo le "sorgenti d'acqua" recentemente rilevate, di estese superfici d'acqua, possiamo distinguere, con riferimenti attuali od ipotesi riguardanti il passato, paesaggi craterici, depressionari, caotici (un misto di canali fluviali e di circostanti strutture poste ad un livello di poco superiore al livello delle vicine strutture fluviali), montagnosi, pianeggianti, fluviali, vulcanici e glaciali.
Il paesaggio naturale costituisce la base su cui si sviluppa il paesaggio antropico. I "paesaggi culturali" o umani, sono dei paesaggi che sono stati modificati in modo decisivo dalla presenza dell'uomo e nei quali la struttura del paesaggio è determinata dai cosiddetti "complessi antropici".
Il paesaggio culturale è classificato (sulla Terra), nella maggior parte dei casi, in relazione ai popoli o gruppi di popoli che vi lasciano la loro impronta; su Marte, i paesaggi culturali possono essere classificati mediante l'esame antropologico dei tipi umani raffigurati nelle strutture presenti nei vari siti e nelle relative strutture architettoniche.
Il paesaggio culturale di Marte comprende il complesso delle strutture artificiali rilevate dai satelliti artificiali posti in orbita intorno al pianeta.
La forma più appariscente del rimodellamento del paesaggio da parte dell'uomo (sulla Terra) consiste certamente nei grandi agglomerati urbani e questo sembra valere anche per ciò che noi riteniamo abbia rappresentato la civiltà di Marte.

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