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di Gianni Viola

C'È VITA NELL'UNIVERSO? - LA SCIENZA E LA RICERCA DI ALTRE CIVILTÀ
di Pippo Battaglia, Walter Ferreri

Nella prefazione del libro, firmata da Margherita Hack, leggiamo:

"C'è vita nell'universo? Una bella domanda e nel contempo problematica, alla quale, ancora oggi, è difficile dare una risposta certa. E chissà per quanto tempo resterà un quesito insoluto." (1)

Da parte sua, afferma il Battaglia, uno dei due autori:

"Siamo soli nell'universo? Attualmente non si può dare una risposta definitiva a questa domanda. Possiamo solo studiare e analizzare come sono comparsi gli esseri intelligenti sul nostro pianeta." (2)

E gli Autori, insieme:

"D'altro canto, ancora oggi, in questi argomenti gioca molto la fantasia. In realtà non abbiamo alcuna prova scientifica dell'esistenza di civiltà extraterrestri." (3)

Da parte sua, ancora la Hack, ridefinisce la questione:

"Questa sarebbe una grandissima scoperta. L'uomo di scienza, però, ha bisogno di prove per affermare che qualcosa esista oppure che si tratti di pura fantasia. E dell'esistenza degli extraterrestri, ancora oggi, non vi sono prove inoppugnabili." (4)

E aggiunge poi una serie di precisazioni interessanti:

"Supporre che il nostro pianeta sia unico è un po' come ritenere che la Terra sia il centro dell'universo e che tutto ruoti attorno a essa. Inoltre sappiamo che le leggi fisiche che conosciamo sulla Terra valgono in tutto l'universo osservabile." (5)

A tutto, la stessa, aggiunge un pizzico di ulteriore saggezza:

"In effetti non è così, in quanto indica soltanto che nessuno può affermare con certezza che un avvenimento, un fenomeno, un evento poiché possibili in determinate condizioni fisico-chimiche non possano verificarsi in altre condizioni per noi oggi impensabili. E siccome nessun ricercatore ha la scienza infusa che gli consenta di affermare verità assolute, è giusto che si puntualizzi che ignoriamo molti aspetti del cosmo e della materia." (6)

Poi si dà dei limiti ed afferma che:

"Alcuni scienziati sostengono che la vita non sia un evento fenomenale e peculiare del pianeta Terra. Secondo questi ricercatori esistono elevate probabilità che si trovino esseri viventi, anche strutturalmente semplici come i batteri, su altri pianeti che orbitano attorno a stelle simili al Sole nonché sui corpi celesti che rivolvono attorno alla nostra stella." (7)

Alla fine però, pare che anche i batteri, non abbiano molta possibilità di esistere. Sentite:

"In ogni caso tutte le possibili condizioni ambientali terrestri, anche quelle più disagiate, sono sempre e comunque meno critiche e avverse alla vita di quelle che si trovano nei corpi che formano il sistema solare". (8)

Ma come...? Un attimo fa, la Hack aveva affermato che sappiamo poco di ciò che sta là fuori ed ora sentenzia in maniera assoluta, come lei stessa aveva detto che sarebbe impossibile a farsi?
E prosegue:

"E dunque l'affermazione che i batteri possano esistere e vivere anche in un oggetto celeste del nostro sistema planetario dove vi è un habitat estremo diviene un'ipotesi azzardata e dunque tutta da dimostrare." (9)

In tale questione, la conclusione degli Autori, è incredibile... Nella preoccupazione di apparire "scientifici" a tutti i costi e, contemporaneamente, nel tentativo di non urtare i lettori che aderiscano ad una fede religiosa, finiscono per sostenere l'impossibile:

"E non vi è nulla di magico in queste ricerche. Un modello scientifico che spieghi l'origine dell'universo e della vita non contraddirebbe il loro aspetto religioso. Il modello scientifico darebbe una spiegazione razionale alla loro genesi." (10)

Finalmente otteniamo un po' di respiro, leggendo un'affermazione di uno dei due Autori, Walter Ferreri, che ci fa presagire una trattazione "speciale" riguardo Marte; trattazione, tuttavia, che resta solo annunciata, ma nient'affatto sviluppata (e chissà, perché):

"Continuando la nostra esplorazione del sistema solare alla ricerca di forme di vita, oltre Marte, che per la sua importanza sull'esistenza degli extraterrestri merita una trattazione a parte, i primi corpi celesti che s'incontrano sono gli asteroidi. Su questi astri non si sono mai compiute ricerche di forme di vita." (11)

Manco a dirlo i due Autori all'unisono, tirano fuori la "favola" dei canali, il vero tormentone scolastico di tutte le nostre Università. Il Battaglia dice che:

"L'idea dell'esistenza di esseri intelligenti marziani si attribuisce a una imprecisione nella traduzione n inglese dei lavori di Schiaparelli. Il termine 'canali' venne tradotto con la parola 'canals' (che specifica una costruzione artificiale) invece che col più corretto 'channells', che definisce una struttura del terreno anche naturale." (12)

Da parte sua, tanto è importante questa questione della traduzione del termine usato da Schiaparelli, anche il Ferreri afferma la stessa cosa:

"Purtroppo (come già accennato al capitolo 2) questa parola venne tradotta in lingua inglese con il termine 'canals' che in quella lingua si riferisce esclusivamente a canali artificiali, a differenza di 'channel', che invece indica quelli naturali." (13)

Il problema più generale, dell'esistenza della vita sul pianeta Marre, è affrontato insieme alla questione della presenza dell'acqua. Ciò potrebbe fa sperare bene, in realtà invece entrambe le questioni, come si può osservare dal testo, ricevono scarsa considerazione e soprattutto ne vengono elusi i tratti fondamentali.
Nella prefazione la Hack dice che:

"Marte è stato sempre indicato come il pianeta che, più facilmente degli altri, qualche miliardo di anni fa potrebbe aver ospitato forme di vita." (14)

Soffermiamoci un attimo su questo particolare. È molto importante...
Tutte le ipotesi sull'esistenza della "vita" fuori dalla Terra, devono riguardare fatti lontani nel tempo (miliardi di anni fa), o lontani nello spazio (pianeti, di stelle distante da noi anni luce). E quand'anche nei pianeti del sistema solare si presumesse l'esistenza di vita "attuale", questa "non potrebbe non essere che composta che di soli batteri...".
Infatti la Hack, aggiunge:

"Basandosi su questa ipotesi si spera che ancora oggi sul pianeta rosso abitino dei batteri." (15)

Infine completa il quadro, con un dato importante, ma, ponendosi come un elemento lontano nel tempo, con un effetto del tutto innocuo:

"Si pensa che in tempi remoti la superficie di Marte fosse in parte ricoperta d'acqua." (16)

Insomma, un colpo al cerchio e un colpo alla botte...

Note:
1. ""C'è vita nell'universo? - la scienza e la ricerca di altre civiltà", p. 5.
2. Ibidem, p. 113.
3. Ibidem, p. 9.
4. Ibidem, p. 8.
5. Ibidem, p. 7.
6. Idem.
7. Ibidem, p. 5.
8. Idem.
9. Idem.
10. Ibidem, p. 10.
11. Ibidem, p. 135.
12. Ibidem, pp. 47-48.
13. Ibidem, p. 153.
14. Ibidem, p. 6.
15. Idem.
16. Idem.

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