L'eventuale presenza di vita intelligente può essere rilevata attraverso le osservazioni satellitari. Gli elementi ripresi su Marte comprendono sia strutture rilevate dai satelliti in orbita intorno al pianeta (orbiter), nel qual caso si parla di "strutture orbitali", sia strutture rilevate dai moduli di discesa (lander), nel qual caso si parla di "strutture superficiali".
Alcuni di questi oggetti esibiscono strutture talmente insolite e mostrano forme superficiali incongrue rispetto alla geologia della regione nella quale sono inserite, che è difficile (quando non impossibile) ipotizzare un meccanismo naturale responsabile della loro formazione. Tuttavia le nostre deduzioni non si basano solo su un calcolo di probabilità.
Sostanzialmente abbiamo tenuto conto del "principio di analogia", secondo cui applicando ai pianeti le medesime tecniche di osservazione satellitare già sperimentate in relazione alla Terra, si devono ottenere i medesimi risultati.
Ciò significa, ad esempio, che una struttura delle dimensioni della piramide di Cheope sarà possibile definirla nei dettagli da una data distanza e con una data risoluzione geometrica. Allo stesso modo sarà possibile ottenere immagini di uguale qualità, semplicemente rapportando i dati ad una serie di dati relativi alle strutture di un altro pianeta.
Se non si accetta questo assunto scientifico non si fa scienza e si tenta invece (inutilmente) di piegare la realtà ai propri pregiudizi. È solo in forza di tali pregiudizi che si tenta di negare l'evidenza mostrata dalle immagini marziane.