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PIANETA MARTE...
1.2.5.3. IL RAZZISMO E L'ORIGINE POLIGENETICA DELL'UOMO
di Gianni Viola
parte precedente:
1.2.5.2. I gruppi umani terrestri »
La scienza attuale non sconosce l'esistenza delle differenze somatiche fra i vari gruppi umani e chiama "sottospecie" quelle che un tempo venivano chiamate "razze".
È stato detto che: "differenze genetiche in apparenza vistose come il diverso colore della pelle sono in realtà meno rilevanti di altre, non espresse esteriormente, esistenti tra due persone con pelle dello stesso colore" (Piero Bianucci, "La biologia che confutò il razzismo", in "Tutto Scienze", n. 24, Luglio 2002), ma ci sarebbe da chiedersi cosa si intende per "meno rilevanti".
Posto che la differenza somatica è tale poiché essa viene in tal guisa rilevata dai nostri sensi, non si vede perché bisognerebbe andare a cercare altri fattori del tutto superflui. Inoltre, contro coloro i quali teorizzano l'influsso ambientale nelle metamorfosi razziali, bisogna ricordare (secondo Coon), che siamo in presenza di "tratti che sembrano aver avuto scarsa relazione col clima e con la cultura nel corso della storia umana" e nondimeno va ricordata (F. Weidenreich, nel 1945) la "concezione fondamentalmente errata che l'uomo come tale ebbe le sue origini da un solo centro situato nel Vecchio Mondo (...)".
Va detto che "le importanti scoperte fossili degli ultimi venticinque anni hanno fatto crollare tutte queste vedute prive di fondamento" (...) "le forme umane che precedettero quelle dell'uomo moderno furono perciò distribuite su tutto il vecchio mondo e differirono tipicamente le une dalle altre, proprio come accade nelle presenti variazioni geografiche (...)" ed è quindi ipotizzabile "che ci debba essere non uno, ma più centri di origine dell'uomo." (Maurizio Leigheb, L'Uomo nel Mondo, Istituto Geografico De Agostani, Novara, 1979, p. 33).
Sostenere dunque la tesi secondo cui le differenze fra i vari gruppi umani non sarebbero da prendere in considerazione, per la ragione che esse non presentano alcun riscontro a livello genetico, vorrebbe dire presupporre che le differenze somatiche dovrebbero corrispondere necessariamente a differenze genetiche rilevabili.
Va pertanto precisato che, mentre il razzismo pretende di dimostrare che un bianco non ha nulla a che vedere con un nero, l'antropologia razziale prende semplicemente atto che essi sono realmente e visivamente differenti sul piano somatico.
D'altra parte è facile osservare come i gruppi umani attuali differiscano fra loro in senso quantitativo più di quanto l'"Homo erectus" differiva dall'"Homo sapiens"! Negare le differenziazioni somatiche per non rischiare di dar credito al razzismo, equivale a pronunciare degli eufemismi al posto di frasi triviali.
In poche parole significa che una mancata differenziazione genetica non indica che le differenze somatiche non siano da prendere in considerazione, semmai ciò sta a significare che i vari gruppi umani appartengono ad un'Umanità più vasta, impossibile da restringere entro i confini della nostra piccola Terra.
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