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libri di Gianni Viola
IL SOAVE PROFUMO DELL'IMPERIALISMO Un'indagine difficile, una ricostruzione minuziosa, la fine della Jugoslavia, il ruolo dell'Occidente
di Gianni Viola
Prospettiva Editrice
pagg. 232 - 15 foto b/n - € 14,00
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PROLOGO:
"Sono stati squarciati in mille pezzi. Il sangue si era seccato dappertutto... e c'era odore di carne. All'obitorio non erano riusciti a mettere insieme i pezzi di suo figlio, della sua figlioccia e dei suoi nipotini. La bomba della NATO... ha centrato in pieno la casa, uccidendo almeno altri nove bambini nell'edificio seminterrato, il più giovane aveva solo cinque anni... Milic era ancora là, abbandonato su un muretto e disperato. La testa bruciata tra le mani, le lacrime seccate tra le sue dita, un sopravvissuto che voleva morire. Un berretto di panno era tristemente posato di sghimbescio sulla sua testa. Una ragazza bionda gli mette un braccio sulla spalla. 'Non possiamo sopportare di vederti così...' - gli sussurra all'orecchio - Tutte le case nella strada Zmaj Jove Jovanovica sono state distrutte da bombe 'intelligenti' di 2000 libbre, i loro tetti sparpagliati centinaia di metri per la città, le loro mura distrutte o rase al suolo, la loro gente - quelli che sono sopravvissuti - ricoverati a dozzine. I pochi che non sono rimasti feriti sono rimasti sotto il fango dopo il disastro di ieri. Molti piangevano. Almeno uno di loro sembrava essere diventato pazzo."
"Un altro 'sbaglio' della NATO. Quante volte abbiamo dovuto scrivere questa parola le scorse cinque settimane? I civili morti a Aleksimac (26), i passeggeri bruciati vivi sul treno bombardato a Grdelica, poche miglia da qui (27), i civili uccisi dalle bombe NATO nel centro di Pristina (10), la carovana di profughi albanesi attaccata dagli americani (74). Ed ora un'altra strage d'innocenti."
"Due bombe intelligenti hanno colpito le case civili (...) hanno distrutto una piccola comunità. (...) La casa della strada Zmaj Jove Jovanovica aveva la cantina meglio costruita, il basamento più sicuro con binari di ferro per supportare il tetto - il riparo ideale per i bambini che vivevano nelle vicine villette a due piani, coi loro giardini di tulipani e gli alberi di lillà. Perciò là corsero i bambini quando le sirene dell'attacco aereo suonarono sopra Surdulica. E là hanno trovato la morte."
"Pezzi di quei bambini erano sparsi per tutta la via (...). Trovammo la testa di un bambino in un giardino e molte membra nel fango (...). Nell'ospedale poche ore dopo il bombardamento NATO i dottori stavano ancora cercando di riattaccare le membra e le teste di almeno venti torsi di bambini. Tra essi c'erano i resti della signora Milic, di suo figlio di 37 anni, Aleksandr, di sua nuora, Vesna e dei bambini di questi, Vladimir di 11 anni e di Miljna di 15. Tra i morti c'erano anche due diciottenni, una giovane donna di 21 anni e i parenti di un uomo che saliva verso di noi vicino al cratere della bomba con le lacrime agli occhi e ci disse: 'Ho perduto quello che mi era più caro'. In una sua casa a lato della strada, la stessa bomba della NATO ha squarciato mortalmente sua zia, Stanica Rosic e anche suo cugino, Dragan Manolov. Una vecchia era trascinata via dal fango ancora viva, proprio come Vojslov Milic era strappato via dalla tomba della sua famiglia. Quando fu portato fuori dall'edificio, Voja disse che voleva impiccarsi. La prima cosa che disse quando lo tirammo fuori, era 'Uccidetemi. Ho perduto tutto'. Aveva perso tutto... Surdulica ora sarà conosciuta come una città che ha perso i propri bambini." (1)
Note:
1. Estratto dell'articolo di Robert Fisk in Surdulica, Serbia, intitolato "Famiglia distrutta a causa di un solo altro errore". È possibile reperire l'articolo in Internet, nel sito indipendent.co.uk.
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