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IL SOAVE PROFUMO DELL'IMPERIALISMO
Un'indagine difficile, una ricostruzione minuziosa,
la fine della Jugoslavia, il ruolo dell'Occidente


 
di Gianni Viola
Prospettiva Editrice
pagg. 232 - 15 foto b/n - € 14,00
Per ordinare: www.ibs.it

 

    parti precedenti:

L'ARGOMENTO »
PREFAZIONE »
"ABBIAMO BOMBARDATO QUELLI SBAGLIATI" »
PROLOGO »
MESSAGGI DEL PROF. VIDANOVIC DA NIS »
LA JUGOSLAVIA: DATI GENERALI »

EPILOGO:

Il saggio di Gianni Viola conferma - semmai ce ne fosse bisogno - le tesi da noi sostenute nella Prefazione, la principale delle quali, formulata già nel 1991, si riferisce alla sciagurata deliberata intenzione dell'Occidente - come dire del mondo capitalista, con in testa gli Usa - di cancellare l'entità socio-politica Jugoslavia, perché incompatibile con quest'ultimo, strappandole un pezzo dopo l'altro, iniziando dalla Slovenia e dalla Croazia. Più tardi, nel 1999, avevamo denunciato il fine inconfessabile dei bombardamenti (maggiore responsabile l'ex comunista Massimo D'Alema): lo scippo della provincia Kosovo e Metohija. Ancora nel 2007, il riconoscimento ufficiale di questa regione conferma il fine appena denunciato. È ben evidente che i diritti umani sono un miserabile pretesto, lo scopo restando quello di procedere con la ulteriore disgregazione della Jugoslavia, provocando e sostenendo il secessionismo "etnico".

Vale la pena di elencare alcune tappe salienti di questa politica di distruzione premeditata:
  • I primi accenni del disegno Occidentale risalgono a subito dopo la morte di Tito, avvenuta nel maggio del 1980. Negli anni immediatamente successivi la Jugoslavia non era contraria alle riforme mondiali in corso e, nel 1989, presenterà richiesta di ammissione alla Comunità Europea. Lo standard economico del paese era pari a quello della Spagna, che vi sarà ammessa mentre la Jugoslavia ne resterà fuori. È già un segnale premonitore di un'Jugoslavia condannata a non esistere.
  • Il 28 novembre 1990, sul "New York Times" appare un articolo dal titolo significativo: "La Jugoslavia esisterà ancora per 18 mesi". Il testo, che di per sé conferma la premeditazione del disegno distruttivo, non esclude scontri bellici fratricidi, cioè fra le popolazioni jugoslave, e preannuncia che il principale responsabile di essi sarà considerato Slobodan Milosevic. Lo stesso contenuto apparirà il giorno successivo anche su quotidiani italiani. È il 29 novembre, festa nazionale della repubblica jugoslava: è solo una coincidenza?
  • La Jugoslavia comincia a subire il boicottaggio da parte del Fondo Monetario Internazionale e della Banca Mondiale, che privilegiano le repubbliche secessioniste, conformi agli interessi dell'Occidente. Nel 2000 il capolavoro di Tito, pur ridotto nei limiti di una Federazione Serbo-Montenegrina, è ancora in grado di resistere agli effetti di un feroce embargo decennale e agli impietosi bombardamenti della Nato. Belgrado è già cosciente del disegno distruttivo che incombe sulla sua testa, ovvero dell'intenzione occidentale di cancellare il nome della Jugoslavia dalle carte geografiche.
  • Un'ulteriore conferma ci viene da Javier Solana, già plenipotenziario delle Nazioni Unite e quindi responsabile della Nato. Dopo il golpe dell'ottobre 2000, costui venne a Belgrado per dichiarare che la Repubblica Serbo-Montenegrina non poteva più chiamarsi Jugoslavia e per farsi, nel contempo, sponsor della nuova "Unione di Serbia e di Montenegro". Quest'ultima entità sarà essa stessa dissolta con un referendum manipolato, voluto ed approvato dall'Unione Europea nel 2006.
  • Anche dopo il golpe si era continuato a definire Milosevic un criminale di guerra - reo di avere difeso la Serbia - e pertanto anche lui andava eliminato. Infatti, nonostante le promesse garanzie, date anche per iscritto, da parte di Zoran Djindjic, di Kustonica e del Capo della Polizia, che il presidente sarebbe stato processato a Belgrado, nella primavera del 2001, lo stesso è stato prelevato dal carcere della capitale e trasportato arbitrariamente all'Aja, dove, come si sa, lo si è praticamente assassinato - probabilmente avvelenato - simulando il decorso fatale di non si sa quale patologia. Per umiliare vieppiù il popolo serbo, il detto sequestro è avvenuto alla vigilia di Vidovdan, la ricorrenza di San Vito, che cade il 28 giugno. Questo giorno ricorda la storica battaglia di Kosovo Poljie, del 1489, quando i Serbi si sono battuti contro gli Ottomani. È l'anniversario più significativo della storia serba: è una coincidenza anche questa?
  • L'immane tragedia dell'annientamento della Jugoslavia per smembramento progressivo non si sarebbe mai potuta realizzare se le potenze occidentali non avessero trovato ampio riscontro nelle forze reazionarie sopravvissute all'interno della Jugoslavia stessa. Riuscite ad immaginare la somma di lutti e di famiglie colpite dal dolore a causa di una così grande guerra fratricida?
  • Tito aveva spesso ammonito: "Se rimarremo uniti, non dovremo temere nessuno". Ai traditori della causa socialista è rivolto tutto il nostro disprezzo jugoslavo come a tutti leader mafiosi delle nuove repubblichette, che abbracciano i nuovi conquistatori e innalzano monumenti a coloro che hanno massacrato la propria stessa gente, come in Kosovo, fautore lo stesso Bill Clinton.
  • La storia, specie quella più recente, conferma puntualmente quanto ebbe a scrivere la nostra indimenticabile amica e compagna Milena Cubrakovic già nel luglio del 1994:

    "In gran fretta sono svanite le tue speranze ed in cenere sono ridotte le tue ricchezze. Povero popolo jugoslavo: ti hanno proprio ingannato! Qualunque cosa avessi scelto, chiunque avessi votato saresti stato comunque condannato".
Roma, settembre 2010
Ivan Pavicevac
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