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libri di Gianni Viola
LA VERITÀ SULLA FINE DELL'U.R.S.S.
di Gianni Viola
Prospettiva Editrice
pagg. 216 - 22 foto b/n - € 14,00
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Capitolo I - I CANNONI DI ELTSIN 1. Mosca come Santiago del Cile:
La "Nuova Russia" è nata il 4 ottobre 1993 con il cannoneggiamento del Parlamento (Soviet Supremo), altrimenti detto "Casa Bianca": chi ha avuto la ventura di assistere al triste spettacolo, è riandato con la memoria all'assalto del "Palazzo della Moneda" di Santiago del Cile, dove, anche lì, come in Russia, si trovava un Presidente, Salvador Allende, con i suoi sostenitori che sfidarono coraggiosamente i sanguinosi attacchi dei pescecani di turno.
Appena due anni prima, nel marzo 1991, Gorbaciov aveva riportato una schiacciante vittoria (con il 70% dei voti) nel referendum per il mantenimento dell'U.R.S.S., nell'agosto dello stesso anno si era verificato un "umile" tentativo di ripristinare la legittimità istituzionale del potere sovietico (con un golpe-farsa degno di una rappresentazione da avanspettacolo), mentre già l'8 dicembre successivo, in una dacia del parco naturale di Belovezskaja Pusca, vicino Brest, in Bielorussia, sei uomini decretavano che "Noi... costatiamo che l'Unione Sovietica, poiché soggetto della legge internazionale e come realtà geopolitica, cessa di esistere" (1).
Con uno spiegamento di forze incredibile inizia l'aggressione delle truppe fedeli a Eltsin, le quali "(...) lanciando un assalto compatto che non poteva concludersi altrimenti che con una vittoria schiacciante e uno spargimento di sangue assolutamente impressionante" 2. L'attacco è condotto da truppe speciali appoggiate da carri armati.
Vi sono dei casi dove: "(...) numerosi poliziotti hanno lasciato il loro posto di guardia e sono passati dalla parte dei rivoltosi. Fonti militari ben informate hanno dichiarato ai mass media che la Divisione Derzhinskaja di 8000 uomini stanziati nella zona est della capitale, si è divisa in due fazioni contrapposte. E secondo il 'ministro' della Difesa nominato dal Parlamento, generale Acialov, tre degli otto distretti militari della Russia erano pronti a schierarsi contro il presidente (2).
Tutte le unità speciali e le truppe scelte della Difesa, degli Interni e della Sicurezza sono state mobilitate, confermando nel fuoco e nel sangue il sostegno che già all'inizio della crisi, il 21 settembre, i ministri Graciov, Erin e Golushko avevano garantito al Capo dello Stato. La divisione blindata Tamanskaja, che con i suoi 8500 uomini era stata la prima a passare dalla parte di Eltsin durante il golpe del 1991, all'alba di ieri mattina ha circondato il pazzo del Parlamento. Poi sono arrivati i paracadutisti della divisione di Tula e le brigate d'assalto di Rjazan. In rinforzo, il Kgb ha inviato gli uomini della divisione Derzhinskaja, che, però non era presente al completo. E nel futuro forse sapremo cosa è successo davvero in caserma, quando l'ordine dell'assalto è arrivato e una parte dei soldati si sarebbe rifiutata d'obbedire.
Il meglio dell'esercito russo è corso a presidiare le strade del centro, circondando la Casa Bianca. Quando si sono visti arrivare i carri armati T-72, gli elicotteri militari, decine di blindati, camionette cariche di soldati in pieno assetto di guerra, s'è capito che l'esercito aveva fatto la sua scelta definitiva a favore di Eltsin. I soldati hanno lanciato una quantità impressionante di bombe, hanno sfondato il muro della Casa Bianca come fosse una fortezza con i cannoni dei carri armati e hanno coperto l'assalto del gruppo Alfa (tiratori scelti dell'ex Kgb) con i mortai e raffiche ininterrotte di mitragliatrici."
Note:
1. Rossijskaja Gazeta, 9 dicembre 1991.
2. "La battaglia di Mosca" - su "La Repubblica" (5-10-93).
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